lunedì 30 aprile 2012

Nelle canzoni





LA LOCOMOTIVA - FRANCESCO GUCCINI


E sul binario stava la locomotiva, 
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva, 
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno 
mordesse la rotaia con muscoli d' acciaio, 
con forza cieca di baleno, 
con forza cieca di baleno, 
con forza cieca di baleno... 

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo 
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto. 
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura 
e prima di pensare a quel che stava a fare, 
il mostro divorava la pianura, 
il mostro divorava la pianura, 
il mostro divorava la pianura... 









IN BICICLETTA - RICCARDO COCCIANTE


Ed il pensiero va oltre quel giardino, 
vedo una casa e poi vedo un bimbo e noi. 
Passeggiando in bicicletta accanto a te, 
pedalare senza fretta sentendoti vicina, 
da che parte adesso siamo indovina, 
il futuro è nato stamattina, 
prima freno e poi discendo, 
scusa se ti sto abbracciando, 
scusa se ti sto abbracciando. 

Ed il pensiero va oltre quel giardino, 
vedo una casa e poi vedo un bimbo e noi. 
Passeggiando in bicicletta accanto a te, 
pedalare senza fretta la domenica mattina, 
Mentre mi sto innamorando. 
Mentre mi sto innamorando. 
Mentre mi sto innamorando. 
Io mi sto sempre più innamorando







LOCOMOTIVE BREATH - JETHRO TULL

In the shuffling madness
of the locomotive breath,
runs the all-time loser,
headlong to his death.
He feels the piston scraping
steam breaking on his brow
old Charlie stole the handle and
the train won't stop going
no way to slow down.
He sees his children jumping off
at the stations one by one.
His woman and his best friend
in bed and having fun.
He's crawling down the corridor
on his hands and knees
old Charlie stole the handle and
the train won't stop going
no way to slow down.
He hears the silence howling
catches angels as they fall.
And the all-time winner
has got him by the balls.
He picks up Gideons Bible
open at page one
I think God, he stole the handle and
the train won't stop going
no way to slow down.








FRENA - CARLOTTA

Maggiolone terza mano messo a nuovo da te di benzina ce n'e'
senza meta senza fretta andare fuori città qualcosa poi si inventerà
c'e' una curva a sinistra una gomma che fischia un bambino,
saluta con la mano... ciao!!!
attenzione deviazione c'e' una frana o chissà lavori in corso
più in là
non lo so
com'e'
ogni cosa prende senso se tu stai con me
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai gira per il mare ho voglia di sentire sulle labbra il sapore
del sale far l'amore con te
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai frenami sul cuore ho voglia di nuotare e di sdraiarmi sulla
sabbia col sale sotto il sole con te
guarda che c'e' un bar aperto dai fermiamoci qui devo fare pipì
togli intanto i moscerini dal parabrezza se vuoi io prendo dei
pop corn per noi c'e' una banda a sinistra un paese che e' in
festa un bambino che piange disperato ciao!!!
là c'e' una ragazza quasi nuda e tu cosa fai guarda la strada
ma dai
non lo so
com'e'
ma mi sento proprio bene se tu stai con me
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai gira per il mare ho voglia di sentire sulle labbra il sapore
del sale e far l'amore con te
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai frenami sul cuore ho voglia di nuotare e di sdraiarmi sulla
sabbia col sale sotto il sole con te
com'e' bella la vita a guardarla da qui io credevo così fosse
solo nei film e' una storia speciale mi sento lo sai come in un
episodio di "happy days"
ho bisogno di avere certezze ho bisogno sai di baci e di carezze
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai gira per il mare ho voglia di sentire sulle labbra il sapore
del sale e far l'amore con te
frena,
che voglio andare al mare frena,
dai frenami sul cuore ho voglia di nuotare e di sdraiarmi sulla
sabbia col sale sotto il sole con te
frena
frena
frena
frena
frena




GO KART TWIST - GIANNI MORANDI


E gira e gira e vai
E non fermarti mai
E gira e gira e vai
E non fermarti mai

Mettiti il casco e salta sul go-kart
E vai e vai col go go go-kart
E ballerai il twist del go-kart
Twist go-kart and twist go-kart

Non devi mai frenare sul go-kart
ma solo andare andare col go-kart
e poi ballare il twist del go-kart
twist go-kart and twist go-kart

La sola cosa che devi far
è di girare e accelerar
devi gridare e ballare il twist
del go-kart go-kart

Mettiti il casco e salta sul go-kart
E vai e vai col go- kart go-kart
E ballerai il twist del go-kart
Twist go-kart and twist go-kart

Ed ecco il twist
ed ecco il twist
ed ecco il twist
del go-kart         







NON FRENARE TRENO... - MIMMO CAVALLO




E ORA FRENA - CANZONE PER LA SICUREZZA STRADALE



Nel cinema


 Ecco alcuni film in cui l'azione del frenare fa da protagonista:








giovedì 26 aprile 2012

Nelle favole

Non si ferma questo treno! La favola del Fieno




Del fieno era finito nelle ruote di un treno, e ne era divenuto il freno...
Il treno camminava come se avesse il freno tirato, quando il motore andò sotto sforzo e ci fu un forte botto. Cosa succede! Disse il macchinista.
Che storia è questa, chi ha tirato il freno non può fermarsi questo treno!
Il macchinista era fuori di se dalla rabbia, scese dalla locomotiva con passo deciso, e prese a perlustrare prima le rotaie, e poi le ruote ed ecco che improvvisamente capì cosa aveva fermato la corsa del suo treno, del semplice quanto innocuo fieno.
Il fieno si era talmente arrotolato attorno alle ruote divenendo di ostacolo al movimento del treno. Il macchinista era adirato, il suo treno era sempre puntuale ed ora questo problema avrebbe causato un ritardo alla sua tabella di marcia. Restò seduto ad osservare quell'incredibile groviglio di fieno, all'incirca una decina di minuti, pensando a come liberare le ruote [...]

Nella mitologia

Preparativi di guerra: Ulisse

[...] Menelao, quando s'accorse che la moglie era fuggita via con Paride, andò su tutte le furie e persuase il fratello Agamennone, re di Micene, che bisognava vendicare la grave offesa muovendo guerra a Troia. Agamennone, che aveva un grande ascendente su tutti gli altri re della Grecia, mandò attorno gli araldi per far sapere ai re che intendeva muover guerra a Priamo, perchè oltre all'oltraggio fatto da Paride a suo fratello, ormai Priamo cominciava a dare fastidio alla Grecia, la quale non sarebbe mai potuta diventare una grande potenza finchè la rivale asiatica non fosse stata sconfitta. Tutti i re risposero all'appello e con le loro navi e i loro eserciti convennero in Aulide, luogo designato del raduno.[...] Mancava però Ulisse, lo scaltro re di Itaca. Costui era sposo felice di Penelope e padre di unTelemaco. Perchè mai si sarebbe dovuto imbarcare per una spedizione di oltremare, che certamente sarebbe stata lunga, difficile e rischiosa? Per evitare di andarci, si finse pazzo. Ma Agamennone non ci credette e mandò il cugino Palamede a Itaca a vedere come stavano le cose. Ulisse si fece trovare ad arare la sabbia del mare e a seminarvi il sale. Poteva esserci infatti pazzia maggiore? Ma Palamede non la bevve e, per andare a fondo, mise il piccolo Telemaco sul solco, proprio davanti a i buoi che tiravano l'aratro paterno. Ulisse frenò i buoi di colpo, e Palamede capì da quel gesto istintivo che Ulisse ragionava bene. [...]

Nei fumetti






martedì 24 aprile 2012

Arte contemporanea



Le auto da Formula Uno e il sistema KERS

Andrea del Pesco - Ferrari F-2003

Il Kers, ossia Sistema Cinetico di Recupero dell’Energia, è un sistema ibrido (meccanico o elettronico) costiutuito da un moto-generatore che recupera l’energia cinetica che altrimenti verrebbe dissipata durante la fase di decelerazione e frenata e la immagazzina per alcuni istanti all'interno di batterie, trasformandola poi in energia meccanica in fase di accelerazione, garantendo così prestazioni del motore più elevate ed un minor consumo di carburante, con conseguente minor produzione di anidride carbonica. 
La FIA ha disposto che questo meccanismo debba essere presente su tutte le vetture che competono nel mondiale di Formula Uno ed ha imposto dei limiti sul recupero di energia che si può ottenere con questo sistema.
Questo dispositivo è molto semplice e consiste di un volano connesso al sistema di trazione da una trasmissione che sfrutta dei comuni ingranaggi. Il volano è costituito da fibre di carbonio avvolte attorno ad una struttura in acciaio. E' presente anche una frizione con lo scopo di separare il sistema di trasmissione dal dispositivo nel caso in cui vengano superati i limiti imposti dal regolamento.
Visto dall’interno, il Kers è costituito da due dischi, uno utilizzato per l’ingresso dell’energia da recuperare ed uno utilizzato per rilasciare l’energia accumulata.
Il trasferimento vero e proprio del movimento, e di conseguenza della potenza, è affidato ad uno specifico liquido di trazione ad elevato peso molecolare sviluppato appositamente. Questo liquido è costituito da molecole molto lunghe che, durante il funzionamento dell’apparato, si distendono completamente. Il liquido viene posto tra la superficie interna dei dischi ed i cilindri e su tutte le superfici di contatto tra i cilindri. Il liquido di trazione deve mantenere compatti gli organi, cilindri e dischi, in modo da favorire la trasmissione della maggior quantità possibile di energia cinetica.
Il modo migliore per utilizzare tale energia potrebbe essere all’inizio di un lungo rettilineo. 

FRENATA RIGENERATIVA


sabato 21 aprile 2012

Nel Novecento




Alfa Romeo G1


L'Alfa Romeo G1 (1921-1922) è la prima auto costruita dalla casa dopo la guerra ed è anche la prima con motore a sei cilindri. L'auto era dotata freno a mano meccanico sulle ruote posteriori e freno a tamburo posteriore con azionamento a pedale. I freni anteriori erano assenti. 
Infatti, ancora verso gli inizi della prima guerra mondiale, c’erano auto che superavano 70/80 chilometri ora e si affidavano, per fermarsi , ai freni a filo, quelli delle biciclette, che per di più agivano solo sui freni posteriori. Ecco il perché di tanti incidenti all'alba dell’automobilismo.
Eppure nel 1901 la Maybach aveva usato un primordiale freno a tamburo, ma bisogna attendere il 1902 perché Louis Renault presenti il primo freno a tamburo così come lo conosciamo , anche se l’azionamento delle ganasce era meccanico.
Un perno veniva fatto ruotare da una leva esterna al tamburo, le ganasce si aprivano e l’auto rallentava, rilasciando il freno una molla aiutava le ganasce a ritornare al posto, semplice e discretamente efficace, ancora in uso su rimorchi agricoli.
Ai primordi dell’auto i freni erano pressappoco considerati inutili, infatti Ettore Bugatti a coloro che nutrivano legittime riserve sulla capacità di fermarsi delle sue automobili, rispondeva tranquillamente che i suoi “purosangue” erano costruiti per correre, e non certo per fermarsi.
I freni allora erano due e dietro, ma non sempre , qualcuno aveva un solo freno a nastro, un nastro di materiale adatto che serrava l’albero trasmissione.
Curiosamente fu brevettato prima il freno a disco. Infatti intorno al 1890 a Birmingham iniziarono i primi esperimenti e nel 1902 Frederick Lanchester chiese ed ottenne il brevetto del primo impianto di freno a disco della storia. Bisognerà attendere più di mezzo secolo per vederne il trionfo in una gara automobilistica.
Infatti nel 1953 la Jaguar vinse la 24 ore di Le Mans proprio grazie alla superiorità della frenata delle sue auto; infatti quei freni avevano una maggiore durata rispetto a quelli di tutti gli altri concorrenti e il risultato fu un grande successo: le Jaguar si classificarono al primo, secondo e quarto posto.
Nelle autovetture abbiamo due sistemi di frenatura indipendenti, uno di stazionamento, con comando a mano, agente in genere sulle ruote posteriori, e l’altro di esercizio con comando a pedale, idraulico, ed agente sulle quattro ruote. Dei quattro dispositivi di attrito i due delle anteriori hanno il compito più gravoso.

Nell'Ottocento

La locomotiva a vapore


Locomotiva Rocket di Stephenson


Le prime locomotive a vapore furono costruite in Inghilterra nei primi anni del 1800. Durante la Rivoluzione Industriale nel Regno Unito, la domanda del carbone era alta ma i mezzi a disposizione per portarlo in superficie erano totalmente inesistenti. L’uomo delle miniere dopo molte ore di lavoro ogni giorno non riusciva a tirar fuori i carri pieni di carbone e la necessità di meccanizzare il trasporto era sempre maggiore. 
In seguito si pensò di adattare le caldaie ai mezzi di trasporto; una costruzione idonea ad effettuare servizio ferroviario pubblico venne però solo nel 1825 ad opera di George Stephenson con la sua Locomotion n.1 che, con una potenza di 20 CV, raggiungeva la velocità massima di 25 km/h.
Questa prima realizzazione, però, non risultava essere la soluzione ottimale per un servizio pubblico regolare a causa della produzione difettosa di vapore in caldaia.
La soluzione a questi ed altri difetti, fu trovata dallo stesso George Stephenson e da suo figlio Robert che, nel 1829, misero a punto la famosa Rocket, (razzo) presentata e poi premiata alla gara mondiale indetta dalla Liverpool & Manchester Railway.
La Rocket era una locomotiva che per prima all'epoca adottò un nuovo sistema caldaia- scappamento, surriscaldati dal focolare, con forno e griglia separati, che permettevano di dare alla macchina maggiore potenza e soprattutto miglior rendimento.
Relativamente agli impianti frenanti adottati, in un primo tempo erano diffusi i freni a pattino, rivelatisi poi con l’aumento delle prestazioni molto scadenti ed inadatti a garantire un livello di sicurezza adeguato. Si sono quindi adottati i freni a ceppi che agiscono una pressione sul cerchione e solitamente ne sono inseriti due per ogni ruota per garantire una frenata senza sovraccaricare  un asse piuttosto che un altro e consumare i cerchioni in modo omogeneo e sono azionati da leve. I freni a vapore sono di diversa concezione rispetto a quelli a ceppi ma ne riprendono il pattino: questo viene però azionato tramite un pistone a vapore. Più evoluti di questo tipo di freni sono i freni a vuoto nei quali il ceppo viene azionato dallo scarico del vapore del cilindro e dello stantuffo che muovono il treno ed i freni ad aria compressa, azionati da un serbatoio contenente aria ad alta pressione e il cui funzionamento è regolato da un rubinetto di comando che mette in comunicazione il serbatoio con la tubazione della frenatura. Questo sistema è il preferito perché le  tubazioni possono essere estese dalla locomotiva anche estese ai vagoni del  convoglio per garantire una frenata omogenea.


LE FERROVIE

STORIA DELLE FERROVIE IN ITALIA

mercoledì 18 aprile 2012

Nel Settecento


Il carro di Cugnot


Il carro di Cugnot – L’importanza del sistema frenante




Nella seconda metà del Settecento nacquero in Europa le prime macchine a vapore, il cui impiego si diversificò progressivamente nel corso del tempo, in particolare durante il secolo successivo.
Nel 1765 Joseph Nicolas Cugnot, ingegnere francese, cominciò a studiare quello che sarebbe stata la prima automobile della storia, ovvero un “mezzo che si muove da sé”. Dopo quattro anni di progettazione e costruzione, nel 1769, Cugnot termina quello che oggi conosciamo come “Carro di Cugnot”. Era un veicolo a vapore, con tre ruote e un telaio in legno, lungo 7,25 metri, largo 2,19, pesava circa 5 tonnellate. L’unica ruota anteriore era motrice, ma consentiva comunque di sterzare. Il motore consisteva in una caldaia, montata anteriormente, che muoveva due cilindri verticali, aventi una cilindrata totale di 62.000 cm³. Questo "mostro", soprannominato "macchina azionata dal fuoco" procedette lentamente per una dozzina di minuti, raggiungendo una punta di velocita stimata attorno ai 10 km/h; questa pur brevissima esibizione segno l'inizio della storia della motorizzazione: si tratta infatti della prima dimostrazione pratica fornita al mondo da un veicolo "auto-mobile" nel senso letterale del termine, vale a dire che si muove da se tramite una forza non animale, non immagazzinata per mezzo di molle e che non utilizzava gli effetti del vento.  Il primi test portarono dunque ad un successo parziale; Cugnot aveva trovato il modo di muovere il carro, ma non aveva studiato un sistema frenante adeguato al peso del mezzo e durante una delle sue prime prove, finì contro il muro di un edificio. Cugnot continuò a migliorare il carro e ne costruì un nuovo esemplare nel 1771. Questo secondo esemplare, oltre a frenare in caso di necessità, aveva una portata utile di circa 500 kg, 4 posti a sedere e una velocità teorica di più di 4 km/h, unico difetto, bisognava fermarsi ogni 15 minuti per aggiungere acqua e ravvivare il fuoco. Una copia del suo carro è esposta al museo dell’automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” di Torino.
L'esperimento di Cugnot dimostrò ancora una volta una scarsa attenzione prestata alla tecnologia frenate, ereditata forse dalla concezione dei mezzi di trasporto che gli ingegneri ereditarono dai secoli precedenti.

martedì 17 aprile 2012

Nel Rinascimento

La carrozza rinascimentale


La carrozza nuziale della Duchessa Hedwig
 Sposalizio tra la principessa Edvige Jagellona con Giorgio di Wittelsbach-Landshut (Duca Giorgio di Baviera) nel 1475



La carrozza, cioè il primo veicolo dotato di sistema di sospensione della cassa (scocca) dalle ruote, comparve e si sviluppò in Italia durante l'ultimo periodo del Rinascimento. Essa fu il risultato dell'evoluzione naturale che le carrette e i veicoli ad assali rigidi avevano subito, con successive modifiche, nel corso dei secoli precedenti.
Non si conosce chi abbia inventato la carrozza moderna ma si sa che a Milano lavorarono i primi carrozzieri moderni . Nella stessa città, alla fine del '500, cirolavano circa duemila carrozze. I costruttori lombardi ne produssero migliaia di esemplari, molti dei quali finemente e lussuosamente decorati.

In qualità di "nobile" evoluzione dei carri, le carrozze ereditarono anche le tecnologie frenanti impiegate nei secoli precedenti, quali forme primitive di freni a ceppi.
Questo è il tipo più semplice di freni, adatti ad una massa ridotta del mezzo, che non obbliga all'impiego di impianti di grandi prestazioni, tra l'altro non disponibili ai tempi. Consiste in un piccolo ceppo di forma rudimentale adattato alla parte circolare del tamburo o della ruota. Collegata al ceppo vi è una leva che, azionata, preme il ceppo contro il tamburo con molta forza.

IL RINASCIMENTO DELLE MACCHINE

lunedì 16 aprile 2012

Nel Medioevo


Il morso del cavallo medievale


Il cavallo medievale




Un affresco dell’epoca che raffigura un cavaliere con lancia in tenuta da torneo.





Nel periodo medievale il cavallo era di uso comune; esso era impiegato in battaglia, nei trasporti e nella caccia. Molte sono le iconografie rappresentanti i cavalli negli impieghi più disparati. E' dunque interessante scoprire il significato che il termine freno assume nel gergo cavalleresco. Il freno è uno strumento di ferro, che sta in bocca al cavallo, appiccato alle redini, per reggerlo, e maneggiarlo, e guidarlo a suo senno, altrimenti detto, morso. Il suo funzionamento è basato su un'azione a leva.




 Particolare del morso del cavallo - S. Giorgio impugna le redini


sabato 14 aprile 2012

Difficoltà tecnologiche

Il primo passo nella sperimentazione dei sistemi frenanti avvenne forse nel tardo medioevo, quando furono applicati direttamente sui carri, ma il loro impiego tardò ad affermarsi. Si rimase saldamente legati alla forza animale, necessaria a spostare carri, ma anche a frenare carichi in movimento. Dunque nelle iconografie antiche e medievali è raro trovare raffigurazioni di particolari associati a queste tecnologie innovative. 
E' piuttosto interessante, però, osservare come venisse effettuata la movimentazione delle merci, e quindi valutare quali potessero essere le tipologie di freni applicati ai mezzi di trasporto del tempo (carri e animali). Purtroppo le iconografie rinvenute forniscono poche informazioni a riguardo, ma permettono di affermare che le tecnologie frenanti non si svilupparono per secoli fino all’avvento dell’automobile ed oltre, quando si comprese la necessità di disporre i mezzi di trasporto di impianti di sicurezza, primo fra tutti l'impianto frenante. Prima di questo momento storico non si avevano idee chiare su come frenare un mezzo in movimento; lo testimoniano i tanti tentativi e i tanti vicoli ciechi percorsi dalla ricerca.
Le iconografie riportate sono ispezionabili con l'intento di osservare l'evoluzione dei mezzi di trasporto; di conseguenza è possibile anche valutare come l'impiego del freno incontrò le difficoltà precedentemente citate.

Frenare nell'arte antica

Arte antica


Tarquinia, Tomba delle Olimpiadi. Particolare del fregio dipinto con una corsa di carri

Sin dai primordi della ruota fermare qualcosa in movimento è stato più difficile che muoverlo. Ci si affidava alla forza di un animale per muoversi e alla sua forza per fermarsi. Poi si intuì di poter provare a fermare in qualche modo la ruota con qualcosa. Nacque così il primo freno su una ruota sola , con un ceppo di legno che imperniato sul carro faceva forza sulla ruota e frenava il carro.






domenica 8 aprile 2012

Pubblicità

Alcune locandine pubblicitarie di un tempo accanto alle moderne pubblicità di storiche aziende leader nella produzione di impianti frenanti e componentistica:







FERODO: azienda inglese fondata nel 1897









































Modi di dire



Alcuni modi di dire dove la parola FRENO, associata univocamente al termine FRENARE, rappresenta il  perno di una trasposizione linguistica:




Stringere i freni

 Parlare senza freni 

 Agire senza freni inibitori

Tenere a freno la lingua






venerdì 6 aprile 2012

Proverbi

Ecco alcuni proverbi dove si può trovare il lemma dell'approfondimento; molti fanno riferimento ad un significato letterale o metaforico della parola, rimanendo tuttavia fedeli alla sua definizione e derivazione etimologica.




  • Il miglior momento per tenere a freno la lingua è quando senti che devi dire qualcosa per non scoppiare.     (Josh Billings)


  • Vivere con coscienza è come guidare un'auto con i freni pigiati.     (Schulberg Budd)


  • I vizi: è più facile sradicarli che tenerli a freno.          (Seneca)

  • Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è prudente.   (Proverbio biblico)

  • Saper tenere a freno la propria famiglia non è meno difficile che governare uno Stato.   (Tacito)

martedì 3 aprile 2012

Dizionario del frenare

"Frenare" nel mondo
  • Italiano            Frenare
  • Inglese            To brake
  • Francese         Freiner
  • Spagnolo         Freno
  • Russo            сдерживать  (sderzhivatʹ)
  • Tedesco          Zügeln
  • Cinese             制止  (Zhìzhǐ)
  • Arabo              كبح 
  • Danese            Bremse
  • Rumeno           Opri
  • Giapponese     抑制する  (Yokusei suru)
  • Lettone            Iegrožot
  • Islandese        draga úr
  • Greco            τον περιορισμό  (ton periorismó)
  • Polacco          Ograniczeniaù
Per conoscere altre traduzioni e pronunce del termine 'frenare' si rimanda al Google Translator